Ovvero: della pianificazione.
Molto spesso ci imbarchiamo in una nuova attività o anche semplicemente inq uelle del quotidiano senza “pensare” ovvero senza pianificare il tutto.
Ho le risorse necessarie per fare questa determinata cosa?
Ad esempio se devo pulire i pavimenti ho il detergente giusto? Almeno uno straccio o il mocio puliti? Ho passato l’aspirapolvere prima?
Mi sono organizzata in modo da non avere nessuno per casa?
Questo nel piccolo evento…ma figuratevi quanto possa diventare importante un’accurata pianificazione nel gestire o approcciare un grosso progetto.
La cosa improtante è, quando si ha a che fare con una attività corposa (trasloc, nuova casa, progetto professionale), scomporlo in tanti sottoprogetti più piccoli, individuare la concatenazione temporale in modo da fare ogni attività nel giusto ordine e non trovarci bloccate perchè non si è fatta un’attività a monte.
Individuiamo poi anche delle milestones e cioè dei traguardi intermedi da raggiungere all’interno del progetto.
Ci aiuteranno a monitorare i sottoprogetti e diciamocelo….anche ad avere un po’ di soddisfazione intermedia in vista della meta 🙂
Le cose importanti da pianificare sono:
- data inizio dell’attività
- data entro cui si deve concludere
- risorse tecniche necessarie
- sequenza delle attività da svolgere
- eventuale budget se necessario
- possibili imprevisti
- piano di riserva (la sfiga è sempre in agguato).
stiamo corregendo..un passo alla volta..grazie 🙂
…no ma io non posso organizzare la mia vita privata come l'agenda delle riunioni col mio capo. NOn ho la forza ne la capacità di farlo… perferisco un po' più di casino e un po' meno stress (perchè a me ste cose mi stressano. lo so che normalmente servono a farla più facile… ma a me mi stressano di brutto)
:-*
A.
la tua teoria non fa una piega, ma non ce la posso fare: a me gli estremismi mi turbano!
anche io non ce la faccio, ci ho provato ho un agenda con tutto scritto e in ordine ma proprio non ce la faccio!!!
Ahhhh! Squadra! In riga! Come sarebbe "non c'e la faccio"?
E' come un datore di lavoro che dice che i dipendenti non vogliono usare i dispositivi di protezione (vedere post su L'Eco della Sicurezza). Bisogna chiedersi "Perché non vogliono?".
Svii chiedetevi "Perché non ci riesco?".
Tiratemi fuori dei perché più articolati e ne discutiamo 😉